Ho 44 anni e nel 2013 mi sono rivolta al Policlinico Umberto I per avere informazioni riguardo la possibilità di curare dei fibromi uterini con una nuova tecnica di trattamento non invasiva che prevedeva l’utilizzo di ultrasuoni focalizzati.
Avevo cicli mestruali dolorosi e prolungati e perdite di sangue abbondanti; avevo già eseguito una ecografia che mostrava la presenza di due fibromi uterini di circa 40 mm.
Ho avuto un colloquio con alcuni medici del team che si occupava di questa metodica che mi hanno spiegato brevemente alcuni aspetti di questa nuova metodica (modalità di trattamento, tipo di anestesia, durata dell’intervento, tempi di recupero ecc); loro stessi mi hanno poi fissato un appuntamento per eseguire una risonanza magnetica della pelvi con mezzo di contrasto, necessaria per valutare nella maniera migliore il numero, il tipo di fibromi, la loro posizione e quindi la fattibilità del trattamento.
La risonanza oltre a confermare la presenza dei fibromi è stata utile a dare indicazione al trattamento del fibroma localizzato in sede sottomucosa. L’altro fibroma, mi è stato spiegato, si è deciso di non trattarlo perché era in una posizione difficile da raggiungere e perché non lo ritenevano responsabile della mia sintomatologia.
Nel giugno del 2013 in Day Hospital ho fatto la terapia. Sono arrivata al mattino presto e a digiuno una volta arrivata ho avuto di nuovo un colloquio con il medico anestesista e con l’infermiera; il consenso informato lo avevo ricevuto alcuni giorni prima e anche se per me era chiaro mi sono stati spiegati di nuovo i dettagli della procedura, la probabile durata del trattamento, le eventuali sensazioni che avrei potuto avere; mi è stato spiegato che il fibroma sarebbe stato bombardato dall’esterno con diversi impulsi da 20 secondi ognuno. Mi è stato detto infine che avrei avuto la possibilità, premendo un pulsante, di interrompere l’impulso in qualsiasi momento se avessi sentito troppo dolore.
Sono stata preparata con un catetere in vescica, e sono stata posizionata pancia sotto all’interno del macchinario di Risonanza Magnetica, lo stesso con il quale avevo eseguito la risonanza prima dell’intervento.
La terapia ha avuto una durata di circa 2 ore; i farmaci mi hanno aiutata a non sentire dolore e soprattutto a rilassarmi e mi è stato chiesto di cercare di rimanere il più ferma possibile.
Quando la terapia era in corso che sentivo alcuni rumori sono comunque rimasta vigile e parlavo al bisogno con il personale medico.
Mi è stato dato un pulsante collegato alla macchina per poter fermare nel caso avessi sentito un dolore per me non sopportabile.
Nelle due ore di terapia ho premuto il pulsante due sole volte, perchè in entrambi i casi ho accusato un dolore interno tipo mestruale. L’anestesista ha provveduto in entrambi i casi a correggere la dose di anestetico in maniera da eliminare il fastidio.
Dopo la terapia sono stata tenuta in osservazione per circa 2 ore, durante i quali non ha avuto nessun sintomo se non un leggero dolore interno; nel primo pomeriggio, stavo bene, mi sono rivestita in maniera autonoma e sono tornata a casa.
Nelle settimane dopo ho avuto perdite di sangue molto abbondanti, soprattutto durante i periodi mestruali, anche se non molto dolorose, ma comunque fastidiose soprattutto per la quantità. Ho contattato i medici dell’equipe che mi hanno operata e mi hanno spiegato che erano normali e dipendevano dalla perdita di parti del fibroma trattato.
Le perdite si sono ridotte nell’arco di circa 2 mesi, passati i quali ho notato una normalizzazione dei cicli mestruali e si sono ridotte sia le perdite che il dolore.
Il primo controllo con risonanza magnetica è stato eseguito a due mesi ed ha mostrato la totale scomparsa del fibroma. A distanza di un anno dal trattamento la situazione dei sintomi è migliorata tantissimo; i controlli con la risonanza hanno mostrato l’assenza di ricrescita del fibroma trattato e una stabilità delle dimensioni del fibroma non trattato e io mi sento molto bene.